Solitudine interiore e meditazione
A differenza dell’isolamento, la solitudine interiore può essere considerata un’area da apprezzare e da coltivare, non solo per star bene con se stessi, ma anche con gli altri. Le tecniche di meditazione, ora diffuse anche nel mondo occidentale, mirano sostanzialmente proprio a questo: lasciar andare pensieri e preoccupazioni quotidiane per rivolgere l’attenzione verso il centro della propria interiorità riscoprendo la propria solitudine come un dono prezioso
Siamo fin troppo abituati a considerare la solitudine interiore come un malessere da combattere ad ogni costo tanto da non renderci conto che, la frenesia di “stare al passo” con i contatti e i molteplici canali di comunicazione che ci arrivano dall’esterno, rischia paradossalmente di isolarci dagli altri e alienarci da noi stessi in assenza di un contatto autentico con la propria interiorità e con chi ci sta intorno.
Solitudine interiore e cultura orientale
La cultura orientale, al contrario dell’Occidente, ha da sempre valorizzato dimensioni come il silenzio e la solitudine interiore nel percorso spirituale di ogni individuo. Le molteplici tecniche di meditazione nate in questi paesi, prime fra tutte quelle buddiste, hanno da sempre sostenuto percorsi spirituali percorribili soltanto nel raccoglimento della propria solitudine interiore.
Solitudine interiore: una dimensione aliena all’occidente?
Non tutti possono diventare un Buddha, si dirà, ma è pur vero che la pratica della meditazione, con molteplici filoni e varianti, si sta progressivamente diffondendo in Occidente che ne ha accolto e riconosciuto i benefici sul piano fisico e psicologico. Non si tratta di raggiungere vette spirituali fuori dall’ordinario, ma di riconnettersi con quella unità corpo-mente che, al di là dei mille pensieri e stress quotidiani, costituisce la nostra realtà più autentica e che può essere esplorata soltanto accettando la propria solitudine interiore: niente e nessun altro potrà farsi carico di ciò che siamo se non noi stessi.
Solitudine interiore e relazioni con gli altri
La solitudine interiore è allo stesso tempo la condizione e la meta della pratica della meditazione: solitudine intesa, quindi, non come isolamento o autoesclusione dalle relazioni con gli altri, ma come condizione di pienezza e maturazione interiore che, al contrario, facilita empatia con chi ci circonda e l’instaurarsi di relazioni autentiche e appaganti. Riscoprire la propria solitudine interiore attraverso la meditazione significa accettare ciò che si è, riconoscere come tali i propri pensieri, preoccupazioni, emozioni senza reprimerli i controllarli ma semplicemente lasciandoli andare osservandoli passivamente. È imparare ad essere nel “non fare” valorizzando la propria solitudine interiore come ciò che ci rende unici e differenti da tutti gli altri e, proprio per questo, “soli” ma capaci di rapportarci efficacemente con sé stessi e con gli altri.