I sintomi della philofobia
Le fobie sono paure irrazionali che possono concentrarsi sui focus più diversi, ma come si può aver paura dell’amore? Scopriamo i sintomi della philofobia.
Ognuno di noi ha delle paure, ma non tutti le vivono con la stessa intensità! La fobia è una paura irragionevole, estrema e soprattutto immobilizzatrice.
Quando si parla di fobia si entra nell’ambito del disagio psicologico, dove una minaccia aumenta di dimensioni e le reazioni incontrollabili. Una fobia può focalizzarsi potenzialmente su un qualunque oggetto anche la cui natura sia positiva. È il caso della philofobia: la fobia dell’amore!
I sintomi della philofobia
La philofobia è proprio la fobia rispetto all’amore e alla capacità di innamorarsi. I sintomi ricalcano i comportamenti tipici delle fobie:
> Una paura incontrollata ed eccessiva nei confronti della possibilità di amare o nei pressi di un potenziale partner.
> Allontanamento delle situazioni o delle persone che ricordano eventi passati legati all’amore o potenziali partner, cioè strategia di evitamento.
> Risposta eccessiva, sia fisica (palpitazioni, fuga, respiro affannoso, ecc…), sia psicologica (pensieri negativi, ruminazione mentale, ecc…) all’esposizione di uno stimolo fobico.
> Il soggetto nel tempo sperimenta la paura della paura: riconosce la natura esagerata della sua risposta fobica e coltiva il timore di una prossima crisi.
Ma perché la paura dell’amore?
Non confondiamo la philofobia con una delusione d’amore. Sentirsi traditi o non corrisposti non è certamente un’esperienza piacevole, ma può portare all’evitamento dell’amore, non necessariamente alla paura dello stesso. La philofobia ha origini più profonde e spesso personali.
Secondo Tavormina il fobico è colui che ha paura delle conseguenze che l’amore e l’innamoramento può avere su di se come:
> la sensazione di essere scoperto e senza difese nei confronti di qualcuno,
> l’ansia legata ad una possibile perdita, che poi si ricollega alla sfiducia in sé e all’incapacità di poter allacciare una solida relazione con il partner.
Secondo Bowlby un’altra possibile spiegazione della philofobia è da ricercarsi nel caregiver e nell’attaccamento sviluppato nei suoi confronti.
Una relazione gelida che ha portato non solo a non ricevere amore, ma nello sperimentare gli effetti negativi della sua mancanza può condurre l’adulto a rifuggire la sola possibilità di ritrovarsi nella stessa situazione.
Cosa fare per continuare ad amare
Certo l’amore è difficile, ma è una delle componenti fondanti della vita psicologica e affettiva di un individuo, quindi una volta riconosciuta la fobia è bene porvi rimedio.
Una possibile via è quella di intraprendere una terapia cognitivo-comportamentale che agisca sia nella gestione dei pensieri negativi, sia sul controllo comportamentale.
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