Lo sviluppo dei sensi nel feto
Lo sviluppo dei sensi nel feto comincia prestissimo. I sensi permettono al feto di cominciare ad entrare in relazione con sé e con il mondo che lo circonda: permettono di sentire la vita dal primo istante, di entrare in relazione con il mondo dentro e fuori la pancia di mamma, di cominciare a formare la memoria corporea
Lo sviluppo dei sensi nel feto comincia prestissimo, quando il feto viene ancora chiamato embrione. Lo sviluppo dei sensi nel feto, anzi, nell'embrione, parte dall'ectoderma, uno dei foglietti embrionali da cui si sviluppano anche pelle e cervello. Tutti i cinque sensi sono già attivi quando il bimbo giace ancora beato al caldo nella pancia di mamma. Tatto, gusto, olfatto e udito sono sensi già perfettamente completi al momento della nascita: la vista si affinerà col tempo.
Lo sviluppo dei sensi nel feto: il tatto
Lo sviluppo dei sensi nel feto comincia con il tatto: è il primo a svilupparsi. La regione attorno alla bocca è sensibile già a 7 settimane e mezzo di gravidanza: se il feto viene accarezzato sulla guancia, volterà la testa in direzione della mano. La sensibilità si estende poi ai genitali, ai palmi delle mani e alle piante dei piedi, infine all'addome e alle natiche. A 20 settimane tutta la pelle ed i muscoli reagiscono: il feto ha imparato a succhiarsi il pollice. Il senso del tatto è anche uno dei primi sensi che viene attivato durante la nascita: attraverso lo sfregamento che avviene durante un parto naturale, il bambino percepisce la madre, viene stimolato nell’attivazione di tutte le sue funzioni vitali e viene aiutato a sentire per la prima volta il proprio confine corporeo, che non è altro se non una prima definizione dell'Io. La pelle, inoltre, è un elemento di confine: delimita ciò che è dentro da ciò che è fuori di noi.
Lo sviluppo dei sensi nel feto: l'udito
Lo sviluppo dei sensi nel feto continua con la coclea, che si trova nell'orecchio interno: è sede dell'equilibrio, si sviluppa dalla 8ª settimana e dal 5° mese è già completa. Il sistema vestibolare permette al bambino di adattarsi ai movimenti che fa la mamma, alla sua posizione. Alla 20ª settimana, il senso dell'udito è paragonabile a quello di un adulto. In ambiente intrauterino i bambini percepiscono i suoni proveniente dall’esterno, oltre a quelli interni quali il battito cardiaco della madre, il suo respiro, il rumore del liquido amniotico che si sposta. In particolare percepiscono i suoni gravi che corrispondo, poi, al timbro vocale dell’uomo: il padre. L’udito permette al bambino di sentire la voce della mamma e del papà, per riuscire poi a riconoscerle dopo la nascita. Il feto reagisce anche ad alcune musiche con dei movimenti. Si è visto che i bambini, già in pancia, preferiscono la musica classica, in particolare il primo Mozart, forse perché compositore–bambino e quindi consapevole dei suoni che possono produrre piacere.
Lo sviluppo dei sensi nel feto: la vista
Lo sviluppo dei sensi nel feto comprende anche la vista: nonostante le credenze popolari, anche se lo stimolo visivo è ridotto, il feto è capace di vedere a 7 mesi e mezzo. Le ecografie hanno mostrato che reagisce davanti ad una luce intensa, voltando la testa o sussultando quando questa viene avvicinata alla pancia della mamma. Il senso della vista alla nascita non è affinato, anche se il bambino è in grado di riconoscere perfettamente il volto della madre ad una distanza di 20 cm, che guarda caso è lo spazio che intercorre tra il capezzolo e il viso durante l’allattamento. Solo in seguito, grazie ai processi di mielinizzazione, il bambino svilupperà un senso della vista sempre più maturo.
Lo sviluppo dei sensi nel feto: il gusto e il l’olfatto
Lo sviluppo dei sensi nel feto comprende anche gusto e olfatto e, non ci crederete, ma sono fondamentali già nella pancia. Il feto viene continuamente stimolato da sapori e odori che vengono trasportati dal liquido amniotico nel quale sguazza. Il naso è il primo organo a formarsi, e, infatti, mentre il senso del tatto è il primo a svilupparsi, i sensi ad attivarsi per primi sono l'olfatto e il gusto. Il vomero-nasale si trova alla base della testa del feto: serve a sentire gli odori e i sapori nel liquido amniotico. Il senso dell'olfatto così precocemente attivo assicura al bambino un continuum tra la vita dentro e la vita fuori dalla pancia della mamma: riconoscere l'odore della mamma è fondamentale per affrontare più serenamente tutta la vita che lo attende fuori. La deglutizione, già dalla 12ª settimana, è un'attività importante del feto. Le papille gustative appaiono alla 7ª settimana e funzionano alla 14ª e, subito dopo il parto, se il bambino viene posizionato sulla pancia della mamma senza sottoporlo ai lavaggi che lo rendono subito bello, pulito e "presentabile", sarà in grado usare il senso dell'olfatto per risalire fino al capezzolo, guidato dall’odore della madre e del latte.
Lo sviluppo dei sensi nel feto è precocissimo, il che equivale al poter sentire la vita da subito: suoni, odori, sapori, sensazioni e immagini accompagnano il feto per tutto il tempo in cui sta nella pancia di mamma. Sapere questo dovrebbe aiutarci a comprendere come, già in utero, tutte le esperienze che vengono fatte possano diventare un bagaglio che il futuro bimbo porterà con sé alla nascita. Lo sviluppo dei sensi nel feto, con l'attivazione così precoce della loro funzione specifica, possono aiutarci a comprendere quella che viene definita memoria corporea: segni incisi nel nostro corpo che vanno al di là del pensiero, del linguaggio e della ragione e che ancora oggi possono influenzare la nostra vita. La terapia ad orientamento reichiano prende in estrema considerazione la vita fetale come un momento fondamentale dell'essere umano: viene riproposta durante il percorso terapeutico, restituendole, così, dignità e importanza, perché la vita inizia lì, dove un ovulo incontra uno spermatozoo. I sensi ci permettono di sentire la vita, emozionandoci con tutto il corpo.
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